RICORRENZA 04-11-2018
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ORA E SEMPRE RESISTENZA
martedì 18 dicembre 2018
INIZIATIVA ANPI SPINEA SUI 100 ANNI DALLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALI 1918-2018
INIZIATIVA ANPI SPINEA SUI 100 ANNI DALLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 1918-2018
Elaborati grafici pittorici di Luciano Favaretto
lunedì 15 ottobre 2018
mercoledì 29 agosto 2018
mercoledì 1 agosto 2018
UNA FERMATA PER LA PACE - PIKADONBUS
UNA FERMATA PER LA PACE - PIKADONBUS
PikadonBus
una fermata
per la Pace
4, 5, 6, 9.08.2018 | V edizione
A 73 anni dallo sgancio della
bomba atomica un autobus allestito a mostra
perché la Pace torni a marciare
nel nostro quotidiano.
ti.perlapace@gmail.com
Con il Tavolo Intercomunale per la Pace
di Mira, Mirano, Noale e Spinea ci impegniamo come da cinque anni a
questa parte per ricordare ad Agosto ciò che nel 1945 fu e che non vogliamo si
ripeta.
Quest’anno, in collaborazione con STORICBUS e l’associazione “La Filovia”, un autobus urbano di interesse storico e collezionistico iscritto all’ASI (modello Menarini Monocar 201/1 NU del 1983) viaggerà, allestito a mostra, per i Comuni di Venezia, Spinea, Mira, Salzano, Noale, Mirano, al fine di raggiungere con modalità nuove quante più persone possibili e sensibilizzare sul disarmo atomico.
In collaborazione con le amministrazioni
comunali (Mira, Mirano, Spinea, Noale, Dolo) e le associazioni aderenti al
Tavolo Intercomunale per la Pace, Cooperativa Solidalia, Cinema Bersaglieri, le
parrocchie, l'Associazione Buddista Soka Gakkai.
Con il sostegno: Acli Provinciali Venezia, SPI CGIL Mira e Spinea, ANPI, Falegnameria Frasson
Un Mondo libero da armi nucleari
Mancano solo 150 secondi alla fine del Mondo: i cambiamenti climatici uniti
alle minacce di guerre nucleari hanno fatto avanzare la lancetta metaforica del
Doomsday Clock di trenta secondi alla Federation of Atomic Scientists:
“l’orologio del giudizio universale” che dal 1947 si occupa di dire con le sue
lancette l’intervallo di tempo che ci separa dalla mezzanotte simbolica della
fine del mondo; solo nel 1953, per la decisione di sviluppare armi
termonucleari, l'orologio era così avanzato.
Non siamo dei catastrofisti, non siamo neppure delle nuove Cassandre, ma è l'amara realtà che vorremmo non vedere: oggi più che mai è fondamentale ricordare la dimensione storica e l'immaginario ad essa collegato della bomba atomica che 73 anni fa colpì Hiroshima e Nagasaki, il significato della sofferenza, la potenza del dolore, il trauma di quei bombardamenti e di quello che potrebbe provocare se utilizzata: la distruzione del genere umano per la vergognosa idea di pretendere il potere di sprecare la propria energia per annientare l'altro.
Non possiamo essere meri spettatori di contrasti e conflitti che vediamo quotidianamente, abbiamo bisogno della voce di tutti per rialzare al vento le bandiere arcobaleno, perché la Pace torni a marciare nel nostro quotidiano nella speranza e nella convinzione di voler essere e restare umani.
Non siamo dei catastrofisti, non siamo neppure delle nuove Cassandre, ma è l'amara realtà che vorremmo non vedere: oggi più che mai è fondamentale ricordare la dimensione storica e l'immaginario ad essa collegato della bomba atomica che 73 anni fa colpì Hiroshima e Nagasaki, il significato della sofferenza, la potenza del dolore, il trauma di quei bombardamenti e di quello che potrebbe provocare se utilizzata: la distruzione del genere umano per la vergognosa idea di pretendere il potere di sprecare la propria energia per annientare l'altro.
Non possiamo essere meri spettatori di contrasti e conflitti che vediamo quotidianamente, abbiamo bisogno della voce di tutti per rialzare al vento le bandiere arcobaleno, perché la Pace torni a marciare nel nostro quotidiano nella speranza e nella convinzione di voler essere e restare umani.
Ma a chi servono e a che cosa servono le bombe atomiche?
Certamente non servono a Madre Terra, già devastata da tutte le radiazioni
sprigionate non solo a Hiroshima e Nagasaki, ma anche con tutte le
sperimentazioni fatte con bombe nucleari potentissime. Certamente non servono
alle popolazioni di qualsiasi paese e di qualsiasi connotazione politica. I
sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, gli Hibakusha, hanno dedicato la loro
vita a testimoniare questo.
Le bombe nucleari vanno oltre la capacità umana di poterle controllare
riguardo agli obiettivi e soprattutto riguardo alle conseguenze. Le atomiche
sono in mano alla conoscenza e alle decisioni di pochissime persone al mondo,
fuori da ogni possibilità di controllo democratico.
La gestione del nucleare è circondata dal segreto degli Stati. Sono tanti
gli incidenti di cui non sappiamo nulla. La stragrande maggioranza delle
popolazioni a livello mondiale è per l’eliminazione delle bombe atomiche.
L’Italia, insieme a quasi tutti gli Stati del mondo, ha aderito al Trattato
di Non Proliferazione entrato in vigore nel 1970, ma i cui obiettivi da tempo
rimangono inceppati, anzi si vogliono ammodernare le vecchie bombe nucleari,
anche quelle presenti in Italia. Con gli altri membri della Nato, il nostro
paese ha rifiutato di aderire a questo nuovo Trattato di proibizione. Nel Mondo
ci sono ancora circa 23.000 armi atomiche di cui quasi 100 in Italia nelle basi
di Aviano e Ghedi
Questo anno lo scopo è la creazione di un movimento di
opinione per la ratifica da parte di tutti gli Stati del Trattato per
la Proibizione delle Armi Nucleari(TPNW) approvato all’ONU il 7 luglio
2017 e, con la campagna #ItaliaRipensacichiedere al governo italiano di
firmare questo trattato.
Per promuovere una solidarietà popolare
globale volta all’eliminazione completa e definitiva delle armi nucleari è
essenziale sensibilizzare e raggiungere un gran numero di persone e
organizzazioni.
Il vero “nemico”, infatti, non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli stati che le possiedono o le costruiscono, bensì il modo di pensare che le giustifica: considerare accettabile l’opzione “annientamento totale” degli altri.
Il vero “nemico”, infatti, non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli stati che le possiedono o le costruiscono, bensì il modo di pensare che le giustifica: considerare accettabile l’opzione “annientamento totale” degli altri.
Indigniamoci e poi impegniamoci, e
riportiamo quelle lancette indietro: dipende solo da noi.
Mostra itinerante
PikadonoBus
Perché PikadonBus? Pikadon è formato da due parole
pika (lampo) e don (tuono).
Tuttavia c'è una differenza sostanziale dal punto di vita linguistico: noi occidentali la chiamiamo "bomba atomica" per il fatto che abbiamo acquisito già da tempo questo concetto scientifico che denota una maggior generalizzazione e astrazione rispetto al pikadon giapponese che esprime un concetto legato alla concretezza e alla realtà meno scientifico, ma più vicino alle loro sofferenze.
Tuttavia c'è una differenza sostanziale dal punto di vita linguistico: noi occidentali la chiamiamo "bomba atomica" per il fatto che abbiamo acquisito già da tempo questo concetto scientifico che denota una maggior generalizzazione e astrazione rispetto al pikadon giapponese che esprime un concetto legato alla concretezza e alla realtà meno scientifico, ma più vicino alle loro sofferenze.
Aggiungi didascalia |
Programma
Sabato 4.08
dalle 8,00 alle 16,00 | Spinea | Sagrato SS.
Vito e Modesto
h. 9,00 Apertura mostra itinerante dentro all'autobus
h. 10,30 Flash-mob Soka Gakkai, (Bar BACIO NERO) - p.zza Fermi
h. 11.30 Apertura mostra di Bruno Tonolo “ATOMICA”, SpazioTRE Cinema Bersaglieri (visitabile tutti i giorni dal 4.08 all’11.08 dalle 17.30 alle 19.30)
dalle 17.30 alle 20,00 | Mira |
P.zza IX Martiri
Apertura mostra itinerante con intervento di Lisa Clark, co-presidente dell'International Peace Bureau e coordinatrice per il disarmo nucleare di Rete Disarmo
Apertura mostra itinerante con intervento di Lisa Clark, co-presidente dell'International Peace Bureau e coordinatrice per il disarmo nucleare di Rete Disarmo
h. 18,15 FlashMob a cura dell'Associazione Soka Gakkai
dalle 17.30 alle 18.30 letture sul tema della pace proposte dal “Circolo Auser: Peppino Impastato” di Mira con intrattenimento musicale
dalle 18.30 alle 19.00 verranno fatte fluttuare sulle fontane dalla P.zza del Comune delle lanterne rosse, tipico rito giapponese di commemorare i morti.
dalle 21,00 alle
23,00 | Spinea | Parco Nuove Gemme
Spettacolo teatrale (*) StorieAtomiche, epigoni di una bomba con introduzione di Lisa Clark
Spettacolo teatrale (*) StorieAtomiche, epigoni di una bomba con introduzione di Lisa Clark
Domenica 5.08
dalle 9,00 alle 11,00 Salzano | Sagrato S. Bartolomeo
dalle 9,00 alle 11,00 Salzano | Sagrato S. Bartolomeo
apertura mostra itinerante dento l'autobus
h. 10,30 Flash-mob a cura dell'Associazione Soka
Gakkai,
dalle 11.30 alle 13,00 | Marghera |
Parrocchia della Resurrezione, Cita
apertura mostra itinerante dentro l'autobus
apertura mostra itinerante dentro l'autobus
Lunedì 6.08
h. 8.15 | Tutti i comuni
Rintocco 43 suoni delle campane
Rintocco 43 suoni delle campane
h. 8.15 | Dolo | Squero
Monumentale
Inaugurazione mostra “Mai più Hiroshima, mai più Nagasaki: Ban the Bomb”, ANPI Dolo e studentesse del Liceo Scientifico G. Galiei (visitabile lunedì 6 dalle 8, 15 alle 23, martedi 7, mercoledi 8, giovedì 9 dalle 16 alle 23)
Inaugurazione mostra “Mai più Hiroshima, mai più Nagasaki: Ban the Bomb”, ANPI Dolo e studentesse del Liceo Scientifico G. Galiei (visitabile lunedì 6 dalle 8, 15 alle 23, martedi 7, mercoledi 8, giovedì 9 dalle 16 alle 23)
dalle 7.30 alle 14,00 | Mirano |
P.zza Martiri
Apertura mostra itinerante dentro all'autobus
Apertura mostra itinerante dentro all'autobus
h. 11.02, Flashmob degli studenti con gli attori di V. Trolese e coordinato dalla Prof.ssa Anna Maria Angeli; Performance Bruno Tonolo e ass. Skate e Cultura
h. 18,00 | Noale |
Casa Karibu
Saluto formale del Tavolo Intercomunale con Pace in Bici, Beati i costruttori di Pace
Saluto formale del Tavolo Intercomunale con Pace in Bici, Beati i costruttori di Pace
21 | Mirano | Parrocchia di S. L. Mandich
Spettacolo teatrale StorieAtomiche, epigoni di una bomba con saluti di Lisa Clark e don Albino Bizzotto
Spettacolo teatrale StorieAtomiche, epigoni di una bomba con saluti di Lisa Clark e don Albino Bizzotto
Giovedì 9.08
h. 21,00 | Dolo |
Squero Monumentale
Spettacolo teatrale StorieAtomiche, epigoni di una bomba
Spettacolo teatrale StorieAtomiche, epigoni di una bomba
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Uno spettacolo teatrale di e con Irene Kassandra Silvestri e Matteo Campagnol
Storie atomiche, epigoni di una bomba
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Non è la storia della Bomba di Hiroshima, non è nemmeno la storia dei Giapponesi, o del Giappone post-nucleare. È la storia di due persone che appartengono a mondi completamente diversi e non si sono mai parlate, ma che hanno vissuto lo stesso tragico evento e che finalmente si incontrano: il pilota americano Claude Eatherly, al comando dell’aereo che il 6 agosto sgancia l’atomica, e il dottor Hachiya, medico all’ospedale delle comunicazioni di Hiroshima.
Le parole dei due protagonisti ci daranno una visione inedita capace di attraversare il muro della storia.
Riferimenti
ti.perlapace@gmail.com
Mira:
Chiara Poppi, chiara.poppi@comune.mira.ve.it, 345 593 8262
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Mirano:
Francesco Venturini, francesco.venturini@comune.mirano.ve.it, 366 564 1858
Salzano:
Daniele Masiero, 335 564 9533
Spinea:
Giovanni Litt, giovannilitt1994@gmail.com, 3484638971
La Filovia: Stefano Scattolin, lafilovia@gmail.com, 39346530 1731
Mira:
Chiara Poppi, chiara.poppi@comune.mira.ve.it, 345 593 8262
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Mirano:
Francesco Venturini, francesco.venturini@comune.mirano.ve.it, 366 564 1858
Salzano:
Daniele Masiero, 335 564 9533
Spinea:
Giovanni Litt, giovannilitt1994@gmail.com, 3484638971
La Filovia: Stefano Scattolin, lafilovia@gmail.com, 39346530 1731
Con l'ANPI Spinea visita al Memoriale del campo di concentramento di Dachau e al Museo della Rosa Bianca
Con l'ANPI Spinea al Memoriale del campo di concentramento di Dachau e al Museo della Rosa Bianca - aprile 2018
- nome tedesco del memoriale: KZ-Gedenkstätte Dachau
- apertura del campo: 22 marzo 1933 (fu il primo campo del genere)
- liberazione del campo da parte dell'esercito americano: 29 aprile 1945
- campi esterni per i lavori forzati collegati a Dachau: 150
- prigionieri ufficialmente registrati nei 12 anni: 206.000
- numero di prigionieri nel campo principale e in quelli esterni, nel momento del massimo affolamento (1944): 63.000
- i prigionieri incarcerati erano: comunisti, socialisti, altri avversari politici del nazismo, ebrei, zingari, omossessuali, testimoni di Geova
- prigionieri morti a Dachau: ca. 30.000, nei campi esterni di lavoro: ca. 10.000
- prigionieri nel campo principale nel momento della liberazione: ca. 30.000
- nazionalità dei prigionieri nel momento della liberazione: 31
- apertura del memoriale 1965
- apertura del centro di documentazione: 2003
- visitatori del campo oggi: ca. 800.000 all'anno
L'entrata del Campo con la tristemente famosa scritta: Il lavoro rende liberi |
Abbiamo visitato il memoriale del Campo di Concentramento di Dachau, in
una tiepida giornata primaverile di sole ad Aprile di quest'anno. Un'esperienza
per tutti molto toccante, per il significato che questi posti hanno avuto per
le sorti di migliaia di persone.
Basti ricordare che questo campo, che è stato il primo ad essere
costruito, per 12 anni ha significato morte e sofferenze indicibili per chi,
prima delinquenti comuni e detenuti politici (socialisti e comunisti), poi
prigionieri di guerra, ebrei, omosessuali, zingari e testimoni di Geova .
Il sole ci ha accompagnato illuminando e illuminandoci per tutto il
tempo della visita del Memoriale (una piccola parte, quella centrale di tutto il
complesso del campo di concentramento e nel centro di documentazione, allestito
in una delle baracche ricostruite.
Difficile, se non fai uno sforzo di immaginazione riportare la
dimensione del luogo a quella che era l'agghiacciante realtà di appena 73 anni
fa.
Le foto che potete vedere nelle pagine successive riportano in parte
quello che il visitatore oggi può ritrovare in questo luogo che ha determinato
la morte e la sofferenza di esseri umani uguali in tutto per tutto a noi.
Dentro gli sguardi di chi come me visitava per la prima volta questo
lager vedevo un'enorme tristezza, avendo ben presente anche la consapevolezza
che era impossibile renderla adeguata e sufficientemente proporzionata alle
mostruosità dei crimini commessi in questo luogo.
Il campo fu liberato il 29 aprile 1945, i soldati americani vi
trovarono ammassati nelle baracche circa 30000 di uomini debilitati, denutriti,
ammalati, oltre a montagne di cadaveri (morti quasi tutti di tifo, denutrizione
e stenti per lavori forzati) nel piazzale antistante i forni crematori.
Installazione monumentale nel piazzale dove veniva fatta l'adunata dei prigionieri con l'estenuante appello che durava ore |
MUSEO DEDICATO AL GRUPPO DI RESISTENZA LA ROSA BIANCA
La Fondazione Rosa Bianca di Monaco di Baviera mette a disposizione in
traduzione italiana una mostra che offre un percorso storico e biografico alla
scoperta di questa storia umana di resistenza al nazionalsocialismo. Si trovano
le biografie dei fratelli Scholl, Willi Graf, Kurt Huber, Alexander Schmorell,
nonché il racconto dei fatti drammatici che hanno portato al loro arresto e
condanna a morte. Per maggiori informazioni rivolgersi al responsabile della
mostra: Dott. Umberto Lodovici [fondazione.rosabianca(at)gmail.com].
Informazioni tra la mostra itinerante sulla Rosa Bianca (PDF, 1,82
MBytes)
La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Weiße Rose) è stato un gruppo di
studenti cristiani che si oppose in modo non violento al regime della Germania
nazista. Il movimento fu attivo dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i
principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a
morte mediante decapitazione (tratto da
Wikipedia)
Monumento a Sophie Schol all'interno dell'atrio della facoltà di Filosofia dell'Università di Monaco |
Le copie originali dei ciclostilati distribuiti dagli studenti |
LIBERTA' scritta sul retro del suo atto di accusa da Sophie Schol |
Lapide dedicata ai martiri della Rosa Bianca |
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