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ORA E SEMPRE RESISTENZA

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martedì 23 aprile 2013

E' ANCORA IMPORTANTE ESSERE IN PIAZZA IL 25 APRILE



A tutti gli iscritti e a tutta la cittadinanza.

Perché oggi c'è  ancora bisogno di essere in piazza il  25 Aprile giornata della liberazione? 

Perché troppe sono state le manifestazioni neofasciste in questo ultimo anno in Italia e  più in particolare che hanno invaso i licei di Roma.        

Un certo revisionismo dilaganteche ha visto passare sotto traccia segnali come l'inaugurazione del sacrario  dedicato al fascista Rodolfo Graziani, così come  le lezioni in una scuola militare del conclamato fascista Mario Merlino.

Una difficile situazione sociale dovuta alla crisi che ci attanaglia, la mancanza di lavoro per i giovani, la corruzione e la criminalità che dilagano.
  
Tutto questo e tanto altro rende ancora una volta importante la presenza di tutti.

Invito i compagni dell'A.N.P.I. allargando l'invito a tutta la cittadinanza, ad essere presenti alla manifestazione del 25 Aprile cosi articolata.

                                               Ritrovo Associazioni
Ore 10,00 P.tta  Sandro Pertini, (entrata parco nuove gemme)
 alzabandiera, corteo per piazza municipio, 
saluto delle autorità e del sindaco,
 alzabandiera, esecuzione della banda musicale di Spinea.

Vi ringrazio tutti
Il presidente Rafaele Sartor 




In una foto di repertorio il Sindaco posa i fiori nel monumento ai partigiani di Spinea



domenica 21 aprile 2013

A SPINEA NELL'ORATORIO DI S.M. ASSUNTA DI ROSSIGNAGO FINO AL 26 APRILE MOSTRA SULLA RESISTENZA A MESTRE

Ancora pochi giorni  (giovedì 25 e venerdì 26 dalle 16.00 alle 19.00) per vedere la bellissima mostra sulla Resistenza a Mestre e nell'entroterra veneziano 1943 -1945, nell'Oratorio di S.M. Assunta di Rossignago.

Nella foto l'inaugurazione della mostra il giorno 4 aprile
Di seguito riportiamo alcuni frammenti di storia che poterete ritrovare nella visita alla mostra,  tratti da una pubblicazione del Iveser, che ha curato anche la realizzazione dell'esposizione  che l'Amministrazione Comunale assieme all'Anpi ha voluto mettere a disposizione 
della cittadinanza di Spinea


Mestre e l'entroterra  veneziano

Per inquadrare correttamente le dinamiche della lotta di Liberazione sviluppatasi nel territorio di Mestre-Marghera e nei centri della cintura urbana, Chirignago, Zelarino, Favaro Veneto, Campalto e Tessera, vanno esplicitare in via preliminare due avvertenze. È necessario, da un lato, considerare debitamente il ruolo
svolto, all'interno di questo movimento, dalla resistenza civile, accanto a quello della politica cospirativa e della guerra partigiana e, dall'altro, è bene aver presente la stretta rete di contatti e di scambi, che è sempre stata mantenuta, tra i resistenti che agivano in pianura e le formazioni partigiane in montagna, Solo a partire dall'autunno inverno del1944~ 1945 si costituirono nel l' entro terra mestrino delle vere e proprie formazioni militari. Ebbero un'importanza determinante nella prima fase organizzativa sia alcuni esponenti del l' antifascismo precedente al ventennio che elementi più giovani, i quali si erano opposti al regime, subendo il carcere e il confino, molti dei quali erano stati liberati durante i quarantacinque giorni del governo Badoglio. Tra questi ultimi Umberto de Bei, operaio dei cantieri llva, che era stato arrestato dalla polizia nel luglio del 1941 e deferito al Tribunale speciale, poi liberato nell'agosto del 1943. Aveva subito sorte analoga il calzolaio Leone Moressa, mentre altre fìgure di spicco erano Erminio Ferretto e Augusto Pettenò.
L'annuncio dell'armistizio da parte di Badoglio, 1'8 settembre del 1943, provocò un'immediata reazione dei tedeschi, che già il 9 occuparono militarmente la città. In queste prime settimane, mentre il Partito fascista e la Repubblica di Salò si andavano ancora ricostituendo, Ferretto e De Bei coadiuvati da altri antifascisti, si mossero per organizzare nel territorio il recupero delle armi, sottraendole ai tedeschi, in vista di una lotta armata, e per estendere e rinsaldare i rapporti con gli operai della zona industriale di Marghera, che consideravano come una principale componente del movimento di resistenza al nazifascismo che si stava costruendo. Venivano dal mondo operaio Diorniro Munaretto, Lorenzo Collorìo, Martino Ferrerro, cugino di Erminio ed Elio Monego che fecero abbastanza precocemente la scelta della lotta armata.
Ma la Resistenza continuò a essere condotta anche all'interno delle fabbriche.



Sul piano  politico l'avvocato Etelredo  Agusson e il ragioniere Sergio Bolognesi, entrambi socialisti, e !' azionista Amedeo Linassi  formarono già dall' autunno del 1943 un organismo politico cittadino clandestino, il Fronte nazionale di liberazione, poi. divenuto CLN.
 Il Fronte si adoperò inizialmente per aiutare i numerosi militari sbandati e per trovare rifugio per i prigionieri alleati, scappati dai campi di internamento, riuscendo a prendere contatto anche con il governo del Sud e con le organizzazioni clandestine di altre città.
Alcuni mesi dopo questa organizzazione si trasformò in Comitato di liberazione nazionale, aprendosi ai rappresentanti dei diversi partiti antifascisti.


La Repubblica di Salò, che emanò un primo bando di chiamata alle armi nel novembre del 1943, dislocò alcuni ministeri a Venezia determinando un controllo sempre maggiore del territorio.
Questa situazione e la natura del!' ambiente urbano e di pianura, del tutto sfavorevole alle dinamiche  della classica guerra partigiana, avevano spinto gli antifascisti prima indicati a salire sulle vicine montagne
per raggiungere le prime "bande" partigiane: erano confluiti molto presto nelle formazioni della zona di. Revine e del Cansiglio, inserendosi nella

Divisione "Nannetti" Erminio Ferretto, Augusto Pettenò e Mario Malgaretto .
Fu il grande rastrellamento nazifascista del Cansiglio dell'estate del 1944 a determinare il ritorno in pianura di molti partigiani mestrini.

Un gruppo dette vita al Battaglione "Felisatì" che operò spostandosi continuamente tra la zona est del Mestrino e i comuni  limitrofi, sconfinando spesso nel Trevigiano. Augusto Pettenò ne era il comandante ed Erminio Ferretto il commissario politico fino alla sua morte. Dopo la sua uccisione, la formazione, ormai composta da tre battaglioni, sotto la guida di Umberto De Bei come commissario politico e da Martino Ferretto come comandante, si riorganizzò e con la denominazione di Brigata "Ferretto" restò operativa fino alla liberazione.
 Sandra Savogin dell'Iveser mentre spiega i contenuti della mostra

cliccando su questo link si può vedere il video dell'intervento di Sandra Savogin
L'oratorio di S.M. assunta di Rossignago, sede della mostra




Un gruppo dette vita al Battaglione "Felisatì" che operò spostandosi continuamente tra la zona est del Mestrino e i comuni  limitrofi, sconfinando spesso nel Trevigiano. Augusto Pettenò ne era il comandante ed Erminio Ferretto il commissario politico fino alla sua morte. Dopo la sua uccisione, la formazione, ormai composta da tre battaglioni, sotto la guida di Umberto De Bei come commissario politico e da Martino Ferretto come comandante, si riorganizzò e con la denominazione di Brigata "Ferretto" restò operativa fino alla liberazione.

Nella zona sudovest della città invece, dal novembre 1944, operò la Brigata "Cesare Battisti" in collegamento con l'avvocato Agusson e Amedeo Linassi.
Comandata da Giovanni Battois agiva in un'area che comprende vari comuni lungo la provinciale che conduceva a Castelfranco e nel territorio di Mestre, Chirignago e Marocco.
Uno dei compiti che le vennero affidati dal comando del CVL di Venezia era quello di mantenere interrotta, con continue azioni di sabotaggio, la linea ferroviaria Valsugana che collegava Mestre con Trento, via di comunicazione attraverso la quale transitavano continuamente convogli  militari tedeschi.
Per rappresaglia, in seguito all'azione del giugno 1944 con cui la "Battisti" fece saltare il ponte ferroviario sul Dese, i tedeschi impiccarono nel novembre dello stesso anno nei pressi del ponte, dove ora è una lapide, il giovane renitente di origine  calabrese Giovanni Surace.

Operarono con ruoli diversi nel movimento resistenziale numerose  donne, di molte delle quali non è rimasta memoria; tra tutte ricordiamo Elisa Campion e le sorelle Ester e Cecilia Zille.
La prima, nata a Carbonera, operò nel Mestrino come staffetta della "Ferretto" partecipando anche alla liberazione di Vincenzo Fonti, condannato a morte dalla caserma della GNR di Treviso.
Le due sorelle Zille diffusero, in contatto con il CLN di Mestre, nelle case contadine di Chirignago e Zelarino fino a Spinea e Mirano, stampa e materiale propagandistico clandestini dei Partiti socialista, comunista e d'azione.

La "Ferretto" e la "Battisti" furono incaricate dal CLN provinciale di Venezia di condurre le operazioni per la liberazione della città. Il 27 aprile Agusson, a nome del CLN, prese contatti con le autorità di Pubblica Sicurezza di Mestre e della Guardia di Finanza per concordare le modalità del controllo del territorio nella fase di transizione. Dal mattino del giorno 28 gruppi delle due formazioni partigiane coordinate da Guido Bergamo presidiavano le strade di accesso a Mestre per impedire l'ingresso di colonne tedesche in ritirata da Sud, mentre altri elementi capitanati da De Bei e coadiuvati da operai dell'Ilva e della Breda, fermavano, anche se non completamente, i reparti tedeschi incaricati di far saltare gli impianti e il porto industriale.
A Campalto, sulla via Triestina e attorno alla stazione ferroviaria si verificarono altri combattimenti che causarono la morte di diversi patrioti,
malgrado lo stesso giorno il CLN raggiungesse dopo una laboriosa trattativa un accordo con il comando tedesco
della piazza di" Mestre per il ritiro delle truppe dalla città. I poteri passarono al CLN che riuscì a mantenere l'ordine fino all'arrivo degli Alleati il giorno seguente.
 Ai primi di maggio si celebrarono i funerali pubblici di molti dei patrioti mestrini caduti, partendo dalla piazza principale della città che il CLN intitolò immediatamente a Erminio Ferretto, il "venezian"

Gli eventi e i protagonisti della Resistenza mestrina sono -ricordati complessivamente da cinque lapidi, collocate in momenti diversi: poca  cosa, se rapportata al tributo di sangue partigiani delle due brigate che è stato di ben 45
caduti, cui sono state intitolate alcune piazze e vie. Molto resta ancora da fare perché queste vicende e il
loro significato diventino patrimonio della memoria collettiva della comunità cittadina.

 La categoria dei ferrovieri, storicamente molto sindacalizzata al cui interno era attiva la propaganda antifascista. fu impegnata immediatamente dopo l'armistizio in una serie di azioni di Resistenza, che vide coinvolti sia gli operai che il personale viaggiante. Si cercò in ogni modo di venire in soccorso dei soldati italiani catturati dopo l'armistizio e che transitavano per Mestre, destinati all'ìnternamento: gli operai distribuivano furtivamente lime per segare lucchetti e sbarre, mentre i macchinisti, con l'appoggio dei capistazione, rallentavano i treni prima dell'arrivo alle stazioni principali, per rendere possibili eventuali fughe fuori dai luoghi controllati.
Ogni tipo di sotterfugio fu impiegato per sottrarre ai tedeschi i prigionieri alleati.
Durante !' occupazione continuò l'opera di sabotaggio tesa a ostacolare i rifornimenti del!' esercito tedesco in varie forme: una modalità, messa in atto dagli operai addetti alla manutenzione, era resa possibile da un particolare procedimento, non individuabile dai tedeschi, che impediva il normale funzionamento del sistema di lubrificazione delle locomotive,  costringendole a fermarsi.
Di grande rilevanza fu la collaborazione data dal personale ferroviario con le missioni alleate incaricate di raccogliere e comunicare informazioni di carattere militare al comando.
Oltre la ferrovia si estende la grande zona industriale di Porto Marghera dove si sviluppò un movimento di opposizione la nazifascismo.


La Resistenza a Porto Marghera

Già prima dell'armistizio alcuni operai, in fabbriche come la Breda, si dichiaravano apertamente antifascisti: altri maturarono gradualmente la loro adesione al movimento di Liberazione.
Un gruppo decise di unirsi alle formazioni partigiane in montagna, molti continuarono la Resistenza in fabbrica attraverso il sabotaggio della produzione, gli scioperi, la raccolta di fondi per la lotta partigiana, la propaganda per l'allargamento del consenso tra i compagni.
Infine nelle giornate insurrezionali si impegnarono in prima persona nella difesa degli impianti minacciati di distruzione dai ,tedeschi. Un primo segnale degli effetti di questo lavoro clandestino si , videro con gli scioperi del dicembre 1943, attuati per ottenere migliora- menti salariali.
Una delle fabbriche in cui, in base alle testimonianze, si sviluppò un' azione coordinata di opposizione, in stretto rapporto con gli organismi resistenziali cittadini, furono i cantieri navali Breda, uno stabilimento militarizzato e controllato dai nazisti, in cui vi era un comando tedesco in portineria. Il sabotaggio della produzione avveniva sistematicamente e veniva realizzato attraverso diversi espedienti per evitare che gli autori venissero individuati: un sistema diffuso era l'uso di strumenti  modificati in modo da provocare corto circuiti che bloccavano tutta la produzione.
Naturalmente questo implicava un coinvolgimento sempre maggiore delle maestranze nel movimento clandestino, nel quale entrarono progressivamente alcune donne e dei tecnici e un tacito consenso dei dirigenti. Questo fu decisivo per il sabotaggio delle due Corvette, la Baionetta e la Scintilla, la seconda delle quali costruita nella primavera inoltrata del 1945 non uscì nemmeno dal cantiere.
Durante il biennio si era costituito un CLN aziendale che si impegnò nelle iniziative di sostegno ai partigiani e che operò per organizzare lo sciopero del marzo del 1944, sciopero politico proclamato dal CLNAI in tutte le città industriali del Nord.
Quando, al segnale convenuto, gli operai si fermarono, intervennero BBNN e SS con 3 o 4 camionette che radunarono gli scioperanti nel piazzale della mensa e spianarono le mitragliatrici intimando loro di
riprendere il lavoro.
Solo il sopraggiungere di un allarme aereo evitò una possibile conclusione drammatica dello scontro in atto. Gli operai che si erano più esposti furono inviati al lavoro in Germania.
Anche nelle altre fabbriche la partecipazione degli operai agli scioperi di marzo del 1944 fu significativa, benché minimizzata dalle autorità fasciste: vi furono adesioni alla Vetrocke, alla San Marco, agli Azotati, alla Termoelettrica.
Alla Sava l'adesione allo sciopero fu alta. Gli operai furono radunati da reparti armati di Pubblica Sicurezza davanti al deposito dell' allumina e fu arrestato un operaio ogni dieci, scegliendo in particolare alcuni di coloro che erano già segnalati.
Gli arrestati rimasero in carcere qualche mese.
Determinante fu l'apporto degli operai durante le fasi insurrezionali nella difesa e tutela degli impianti industriali minacciati di distruzione dalle truppe tedesche in ritirata.
Storico, è stato lo scenario delle parate del regime, luogo di celebrazione dei funerali dei fascisti uccisi e, dopo il 29 aprile 1945, della . festa popolare per la liberazione, della parata delle brigate del CNL dei funerali dei partigiani uccisi e del grande comizio del l' Maggio, il primo dopo la riacquistata libertà.



Erminio Ferretto, "el  venezian"
Terzo di cinque figli, Erminio Ferretto nacque a Mestre nel 1915.
 Allo scoppio della guerra di Spagna espatriò clandestinamente nel 1937 per combattere nelle brigate internazionali contro Franco, mentre sul piano politico aderì al Partito comunista italiano. Internato nel 1939 in un campo di concentramento dai francesi fu consegnato dal generale Petain  alla Polizia italiana nel 1941 e confinato a Ventotene.
Liberato, assieme agli altri confinati, nell'agosto del 1943 lavorò per organizzare il Partito comunista a Mestre e continuò la sua azione anche dopo l'occupazione tedesca.
Agli inizi del 1944 assieme ad Augusto Pettenò, con cui aveva condiviso le esperienze della guerra di Spagna e del confino, si trasferì nel Bellunese dove, con il nome di battaglia di "venezìan" si unì ad altre formazioni che dettero vita alla Divisione "Nino Nannetti" .
Alla grande offensiva intrapresa dai nazifascisti nel territorio bellunese Erminio Ferretto con il suo gruppo ricevette l'ordine di rafforzare l'organizzazione della lotta partigiana tra la marca trevìgiana e l'entro terra veneziano, costituendo nell'autunno del 1944 un battaglione che prese il nome del concittadino Giovanni Felisati.

 Ferretto e il suo gruppo operarono in stretto collegamento con partigiani del trevigiano, spostandosi continuamente tra Mestre, Quarto d'Altino, Mogliano Veneto. Nell'inverno 19.44-1945 le milizie fasciste effettuarono numerosi arresti tra i partigiani riuscendo a estorcere alcune informazioni sui rifugi abituali della formazione di Ferretto.
Un gruppo consistente di Brigate nere irruppe in una casa colonica a Bonisiolo di Mogliano Veneto e riuscì a scovarlo frugando nel fieno di una stalla dove si nascondeva, uccidendolo a colpi di mitra.
Erano le due di notte del 6 febbraio 1945.
Erminio Ferretto aveva solo trent'anni, otto dei quali erano stati impegnati per lottare con determinazione e coraggio contro il nazifascismo, di cui purtroppo non riuscì a vedere la sconfitta.

martedì 16 aprile 2013

Spinea Incontro con Adelmo Cervi.

Vi presentiamo i link dei  video che Brenta Tv ha registrato e messo in onda dell'intervento di Adelmo Cervi nella conferenza tenuta in sala consiliare il giorno 4 aprile.

ADELMO CERVI "dopo un racconto ne viene un altro" 1° PARTE
ADELMO CERVI "dopo un racconto ne viene un altro" 2° PARTE










martedì 9 aprile 2013

La partecipazione della delegazione della Sezione dell'A.N.P.I. di Spinea alle onoranze con la scopertura di un ceppo in memoria delle staffette partigiane medaglie d'oro, Ora e Veglia. ( 7.aprile 1943 - 7. aprile 2013). Castel Tesino (TN).



sabato 30 marzo 2013

INCONTRO CON ADELMO CERVI




ore 18.00
 Sala Consiliare - Municipio di Spinea
“Dopo un raccolto ne viene un altro”
Incontro con Adelmo CERVI, figlio di Aldo, sui valori della lotta e della lotta 
e della resistenza testimoniati dalla famiglia CERVI, a settant’anni dal tragico eccidio
   


                   È con grande piacere che l’ANPI locale e la città di Spinea accoglie Adelmo Cervi, figlio di Aldo uno dei sette fratelli barbaramente trucidati a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943.

                   Adelmo ci racconterà la storia della sua famiglia, le ragioni che portarono al sacrificio dei 7 fratelli, la vita contadina, l’elaborazione del lutto, la forza della famiglia di continuare ed andare avanti.

                  Un momento per stare insieme, per riflettere settant’anni dopo sulla storia e la memoria dell’antifascismo e della Resistenza italiana, ma anche sul presente e sul futuro del nostro Paese.

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare

La famiglia Cervi

martedì 26 marzo 2013

Festa della Liberazione 2013



4 aprile ore 17.00 
ORATORIO S.M. ASSUNTA  di Via Rossignago, 
 inaugurazione della mostra  RESISTENZA E LIBERAZIONE A MESTRE 1943-1945
  a cura dell'IVESER con il Comune di Venezia
aperta fino al 26 aprile dalle 16.00 alle 19.00
ore 18.00
 Sala Consiliare - Municipio di Spinea
“Dopo un raccolto ne viene un altro”
Incontro con Adelmo CERVI, figlio di Aldo, sui valori della lotta e della lotta 
e della resistenza testimoniati dalla famiglia CERVI, a settant’anni dal tragico eccidio
   
11, 18 e 19 Aprile
visite guidate ai luoghi della resistenza a cura dell’IVESER
riservate alle scuole che hanno aderito al progetto e all’ANPI di Spinea

     25 Aprile
ore 10.00 - P.tta Pertini - Ritrovo delle Associazioni
Corteo con Associazioni e la Banda Musicale Città di Spinea fino a Piazza Municipio

La sezione ANPI di Spinea dona alla Biblioteca Comunale materiali sulla resistenza, 
comprendenti i libri del partigiano Pedrali Delfino “GASTONE”
                                              
                                                      cliccare qui per vedere la locandina


domenica 17 marzo 2013

INIZIATIVE PER IL 25 APRILE



4 aprile a Spinea ore 18.00 presso sala consigliare di Spinea incontro con Adelmo Cervi.
7 aprile a Mira partenza in pullman con varie Anpi di zona e la partecipazione del coro locale “I fiori de suca”di Mira per  incontro con l'Anpi di Trento( in Tesino) in ricordo di ORA E VEGLIA, staffette partigiane  del battaglione Gherlenda; medaglie d’oro alla Resistenza. Trucidate dai nazifascisti.

11 aprile a Dolo ore 15.00 presso auditorium Cesare Musatti presentazione libro sulla Resistenza della Riviera del Brenta

18 aprile a Fossò ore 20.30  presso biblioteca comunale presentazione del libro della brigata Damiano Chiesa.
mercoledì 24 aprile 2013 ore 17.00 a Maerne  presso sala polivalente biblioteca comunale
- presentazione del libro del partigiano Giannetto Magnanini: "I comunisti reggiani negli anni sessanta": intervengo Diego Collovini, presidente provinciale dell'ANPI e Roberto Montagner, Segretario della Camera del lavoro di Venezia.
- lettura di testimonianze orali raccolte nel 2005 di persone di Olmo Maernee Martellago che hanno vissuto esperienze di campi di lavoro, di prigionia e di guerra durante la II Guerra Mondiale
Esposizione di disegni dei ragazzi di III media sui primi 12 articoli della Costituzione Repubblicana
E' un'iniziativa dell'ANPI Provinciale e dell'Assessorato alla cultura di Martellago.

24 Aprile ore 20,30 a Camponogara   CONCERTO  dell'Anpi di Camponogara al teatro DARIO FO ingresso offerta libera, pro terremotati dell'Emilia

21-28 aprile a Mira-presso Villa Palazzo dei Leoni-mostra d'arte "ieri e oggi Resistenza". Promossa dall’Anpi di Mira con e per Emergency, l’associazione umanitaria italiana. 

Inaugurazione domenica 21 aprile ore 10.00.-INGRESSO LIBERO-

27 aprile a Mira-ore 21.00 presso teatro palazzo dei Leoni- rappresentazione teatrale di Moira Mion e il suo gruppo dal titolo “ La Resistenza nella Riviera del Brenta”( altre due rappresentazioni verranno fatte il 26 e il 27 mattino per le scolaresche di Dolo e Mira).

Buon 25 Aprile a tutti

ps. per maggiori informazioni rivolgersi alle sezioni suindicate
Margherita Baldan

mercoledì 26 dicembre 2012

L'addio a "Giacomo" - Dino veati, venerdì 28 dicembre


Saranno celebrati 
venerdì 28 dicembre
 alle ore 11,00 
nella Chiesa dei  S.S. Vito e Modesto
 di Spinea 
i funerali di Dino Veati,  Presidente Onorario
 dell'ANPI di Spinea.

Dino Veati in una conferenza al Candiani nel maggio 2009


Nato in una famiglia di emigranti, il padre era minatore in Belgio, rivide l'Italia, suo Paese di origine per assolvere gli obblighi di leva. Come molti altri soldati consolidò il suo "debito" verso la sua patria e il suo  legame con  i valori di giustizia e di libertà entrando da subito nella resistenza con il nome di battaglia di "Giacomo". 
Avrebbe compiuto 90 nel giugno prossimo, viveva a Spinea, dove è stato negli anni novanta consigliere comunale.
Sempre presente con il suo bagaglio di testimonianze nelle scuole e in tutti quegli ambiti didattici e istituzionali dove con passione e senso civico teneva viva la memoria di quell'esperienza fatta nella resistenza in Cansiglio.


Dino Veati - GIACOMO -


domenica 23 dicembre 2012

E' morto il Partigiano Dino Veati "GIACOMO" Presidente della Sezione ANPI di Spinea


CIAO 'GIACOMO'





E' morto ieri nell'ospedale di Dolo,  Dino VEATI  "GIACOMO", partigiano e Presidente della nostra Sezione di Spinea.
Da qualche giorno, le sue condizioni si erano aggravate in seguito ad una frattura al femore.


Foto del Partigiano "GIACOMO"

Nato a Pieve d'Alpago nel 1923, Giacomo,  avrebbe compiuto il 3 giugno prossimo novant'anni.
Emigrato in età giovanile in Belgio a seguito del padre che lavorava in una miniera, vi trascorrerà tutta la sua gioventù (dal 1925 al  1942).




Viene richiamato in patria per assolvere gli obblighi di leva, dove entrerà presto nella resistenza in Cansiglio con il nome di battaglia di GIACOMO fino al 1945.
Con la fine della guerra di resistenza, ritornerà a lavorare nelle miniere in Belgio e vi resterà fino al 1963.



In questi anni continuerà anche gli studi, specializzandosi con tre diplomi e due lauree con le quali metterà a frutto la sua esperienza lavorativa nelle miniere per avviare uno studio per realizzare il processo di meccanizzazione e razionalizzazione del lavoro dei minatori.

Sensibilizzato dalla morte prematura del padre che a 58, dopo trent'anni di miniera viene a mancare, si dedicherà per risolvere l'annoso problema della salute dei minatori belgi, tra i quali numerosi italiani, che respiravano la polvere che si alzava ogni volta, dopo lo scoppio di una "volata".

La sua competenza verrà utilizzata nell'inchiesta sulla tragedia della miniera di Marcinelle, dove nel 1956 morirono 262 minatori, quasi tutti italiani.



Veati da anni risiedeva a Spinea, dove era anche stato eletto negli anni novanta consigliere
 per Rifondazione Comunista.
Ricopriva con passione la carica di Presidente onorario della Sezione dell'ANPI di Spinea.
Si è prodigato con impegno a trasmettere la sua esperienza nella Resistenza attraverso incontri con le scuole di Spinea e del miranese, oltre ad aver raccolto le sue documentazioni in immagini e in scritti, che prossimamente potranno essere pubblicati.

Alla famiglia e a tutte le persone che lo hanno amato e stimato, vanno le condoglianze e  il cordoglio di tutto il Consiglio Direttivo e di tutti gli iscritti della Sezione ANPI Spinea.



Il vento della memoria 
(Poesia di Dino Veati)
L’alba è spuntata
È sorto un nuovo giorno
Il passo è lento sulla neve
lunga la marcia sui sentieri
freddo fame e sete.
Davanti a te la speranza,
nelle mani il fucile
Il nemico ti aspetta,
una guerra assurda e feroce,
ma col sorgere del sole
una previsione:
all’orizzonte la pianura e il mare
è tornato un profondo silenzio
la speranza del futuro
la fine di ogni guerra
Il vento spazza via il dolore
e manda ai giovani un messaggio:
Non dimenticate il sacrificio dei vostri nonni!




Partigiani
(Poesia di Dino Veati)
Sentite la canzone della pace.
Nelle alture della montagna
c’era un profumo di aria pura
un timido raggio di sole autunnale
accarezzava
i brulli sentieri e le ripide mulattiere
alla fine solo desolazione:
l’inverno era arrivato
infreddoliti,senza alcun riparo
da neve freddo e fame
soli,attorno a quel piccolo fuoco
nell’oscurità della notte-
In quella visione irreale moriva il canto
non la speranza del ritorno alla pace




Dino Veati durante la maifestazione del 25 aprile a Spinea
     CIAO "GIACOMO"






V.F.

giovedì 6 settembre 2012

MESTRESISTE 8 - 9 SETTEMBRE FORTE MARGHERA




sabato 8 - domenica 9       Settembre

          Forte Marghera   

Due giornate di “musica, danze e parole di Resistenza” nel suggestivo scenario di Forte Marghera, struttura militare dismessa tra terraferma e laguna, ed oggi risorsa di aggregazione della città affascinante e particolarissima.

L’idea dell’ANPI da cui l’anno scorso è scaturita la prima edizione, ed attorno alla quale si è aggregata una parte significativa e prestigiosa del tessuto associativo del territorio, possiamo sintetizzarla così: dar vita – in un periodo dell’anno distante dalle date in cui tradizionalmente si celebrano i valori dell’antifascismo – ad un evento che parlasse di quei valori e della loro bruciante attualità spoglio di riti e liturgie, ed esclusivamente coi linguaggi dell’arte: il teatro, il monologo, il reading, il concerto, l’audiovisivo…

A un evento che rispondesse al bisogno (chissà, forse addirittura alla “fame”…) di antifascismo presente in città, anche e soprattutto fra i giovani, per una volta senza le parole di celebrazioni, dibattiti e convegni (strumenti pure preziosi, beninteso, anzi indispensabili, ma per i quali si possono trovare altri tempi e altri modi) e dando invece spazio alla potenza della parola che si fa arte, racconto, rappresentazione, canzone. Alla forza del gesto compiuto su di un palcoscenico. Allo spettacolo quando non è mero intrattenimento ma produce cultura e veicola memoria.

Tutto sommato una bella scommessa, a cui però Mestre ha risposto in un modo tanto entusiastico e vitale da spingerci, per l’appunto, a pensare che MESTRESISTE dovesse ritornare.

Ed eccoci qui, un anno dopo, a scommettere di nuovo, presentando il programma 2012 che questo sito illustra nel dettaglio.

Sì, è vero: quando una “prima volta” riesce particolarmente bene, bissare il successo non è facile… ma è un rimettersi in gioco di cui vale assolutamente la pena.

Un rimettersi in gioco che l’ANPI di Mestre – con le Cooperative Controvento e Forte Carpenedo onlus, l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Marco Polo System, ARCI, Associazione Luoghi Comuni e tutte le realtà che hanno aderito e collaborato, senza dimenticare il convinto sostegno dell’Amministrazione comunale e della Municipalità di Mestre Carpenedo – dedica a quella città che la manifestazione omaggia fin nel titolo: quella che malgrado i tempi che stiamo vivendo esiste, e al tempo stesso tenacemente resiste nella difesa di alcuni valori, proprio perché li sa fondanti e non negoziabili.

PER SAPERNE DI PIU' CLICCARE:




lunedì 25 giugno 2012

1° Festa dell'ANPI della Riviera del Brenta - Memoria, cultura, lavoro e territorio.


  
            1°  Festa dell’ANPI della Riviera del Brenta

Memoria,cultura,lavoro e territorio.


6-7-8 luglio 2012

CAMPONOGARA

Piazza  Mercato

Tre giorni di festa con mostre, dibattiti, concerti, spettacoli, laboratori creativi per ragazzi, sport, bar e buona cucina.

Senza le donne non ci sarebbe stata la resistenza
PROGRAMMA                                       

VENERDI’ 6 LUGLIO
·         ORE 17.30–INAUGURAZIONE DELLA FESTA  con il saluto del Sindaco di Camponogara,  GianPietro Menin, il Presidente dell’Anpi di Camponogara, Alfredo Tamburini e le autorità.
·         ORE 18.00 DIBATTITO: “ETICA, POLITICA E LAVORO”.
Partecipano: Maurizio Angelini, Presidente del comitato Regionale ANPI -  IVAN PEDRETTI, segreteria nazionale SPI-CGIL - Giovanni Battafarano –del comitato  nazionale
dell’Anpi- Cooordina Alessandro Coccolo.
·         ORE 21 –SPETTACOLO TEATRALE: “IL FRUTTO DEL LAVORO”
Dedicato ai morti  per il C.V.M a Marghera della compagnia teatrale La Vanguardia
non sensista- scritto e diretto da Simone Laggia -Introduce Tullio Cacco.


SABATO  7 LUGLIO
·         ORE 9.30 DIBATTITO: “LA RESISTENZA IN RIVIERA DEL BRENTA E IL CONTRIBUTO DEI CATTOLICI”.
Partecipano: Mons. Pierantonio GIOS, Direttore della Biblioteca Capitolare della Curia Vescovile di Padova - Maurizio Angelini , Presidente del comitato Regionale ANPI.
Coordina  Davide Nalon
·         ORE 18.00 DIBATTITO: “SCUOLA E TERRITORIO”
Partecipano: Fabio Lando, Università Ca' Foscari di Venezia - Francesco Bussi, Ass. Italiana Insegnanti di Geografia - Carlo Forte, Segr. FLC Venezia – Antonio Draghi, ANPI Vigonovo.
Coordina Andrea Verri.
·         ORE 21 CONCERTO  “LA LUNA E I FALO’ note Resistenti- parole, musiche, storie di Resistenza e Costituzione


DOMENICA 8 LUGLIO
·         ORE 10- Spuntino  a sorpresa
·         ORE 21 -SPETTACOLO TEATRALE: “PROGETTO PER UNO SPETTACCOLO
 SULL’UMANITA’ RESISTENTE”  a cura di MOIRA MION-
Canti delle CIACOE S’CETE

TUTTI I GIORNI –BUONA CUCINA MOSTRE STORICHE, PITTORICHE E LABORATORI ESPRESSIVO-CREATIVI PER BAMBINI E RAGAZZI

Nei tre giorni di festa saranno presenti stand  di associazioni no profit, il mercatino dell’antiquariato, il       mercatino dei bambini.

Per info:margherita.baldan@virgilio.it; Tel.fax/041421064-3351220376-3319900975